Violenza domestica e di genere: il convegno presentato alla stampa

Spiegare alle vittime che devono e possono ribellarsi alla violenza. Far capir loro che una rete di istituzioni e strutture è pronta a sostenerle nel percorso che intraprenderanno. Ma anche far capire agli operatori sanitari – medici di base e di pronto soccorso, pediatri, odontoiatri in primis e poi infermieri, ostetriche, psicologi – come possono diventare baluardi del territorio, sentinelle attive di un fenomeno complesso che, però, riguarda tutti, nessuno escluso: la violenza domestica e di genere.
Sono solo alcuni degli obiettivi che vuole raggiungere il convegno La violenza domestica e di genere: aspetti medici e giuridici in programma il 14 e il 15 ottobre al Padiglione Rama dell'Ospedale dell'Angelo di Mestre, presentato questa mattina nella sede veneziana dell'Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri.
Una due giorni di analisi, studi, protocolli e testimonianze nata dalla collaborazione con il Comune di Venezia, la Regione Veneto, la Procura della Repubblica, la Polizia di Stato, le 4 Ulss del territorio lagunare – 10 Veneto Orientale, 12 Veneziana, 13 Mirano e 14 Chioggia – e la sinergia con l'Ordine degli Psicologi del Veneto e l'Ipasvi.
Tanti gli attori chiamati ad intervenire per scandagliare il fenomeno in tutti i suoi aspetti e per spiegare che una rete di salvataggio c'è, che di questi temi – degli abusi fisici, sessuali e psicologici sulle donne e sui bambini dentro e fuori le mura domestiche – non si deve parlare parlare solo quando capita un triste fatto di cronaca nera.

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«Questo convegno – spiega Giovanni Leoni, presidente dell'OMCeO veneziano – è frutto di una collaborazione interistituzionale che l'Ordine persegue ormai da tempo. La violenza di genere è un fenomeno sommerso, se ne parla solo con l'ennesimo caso di femminicidio. Bisogna dire, invece, alle persone, alle vittime, che un'alternativa c'è, che ci si può ribellare, che c'è un percorso che si può fare, rivolgendosi a chi può aiutare davvero».
Non solo i servizi sociali, ma anche, ad esempio, i medici di famiglia, i pediatri, gli odontoiatri. «Noi siamo quasi tutti liberi professionisti – sottolinea Giuliano Nicolin, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell'OMCeO veneziano – significa che i pazienti ci scelgono, che i rapporti con loro sono duraturi e spesso attraversano le generazioni. Proprio noi, allora, possiamo intercettare situazioni particolari, sospettarle, capirle. E siamo chiamati a dare una risposta».
«La capillarità sul territorio – aggiunge la vicesindaco Luciana Colle – è fondamentale. La gente deve imparare a fidarsi e a non avere paura di chiedere aiuto. Bisogna sfondare questo muro, riuscire a mettere le persone a proprio agio, creare le condizioni giuste per farle parlare». Intanto, dal canto suo, il Comune promette di potenziare i propri servizi. «Il Centro Antiviolenza, appena passato sotto la guida dell'assesorato alla Coesione sociale – spiega la vicesindaco – sarà un servizio a 360 gradi e saranno stanziati fondi in più».

Quanto resti ancora da fare lo dicono chiaramente i dati: nel 2015 le donne che si sono rivolte ai 20 Centri Antiviolenza attivi in Veneto sono state 4.500, una ogni 550 donne residenti, oltre 2.600 le donne accolte nelle strutture, una ogni mille residenti. Le ospiti delle case rifugio sono per lo più straniere, il 79%, in una fascia d'età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Ampio e articolato, allora, il programma del convegno, messo a punto dalla Commissione Pari Opportunità dell'OMCeO veneziano, che si articola in un giorno e mezzo di lavori e varie sessioni: una, la prima, in cui si tracceranno i contorni del fenomeno con l'aiuto, ad esempio di Adelchi D'Ippolito, procuratore aggiunto della Repubblica, e del colonnello dei carabinieri Giorgio Stefano Manzi; un'altra per illustrare i ruoli operativi delle istituzioni, i protocolli che Comune e aziende sanitarie applicano in casi specifici; un'intera sessione dedicata al lavoro delle forze dell'ordine con le analisi di polizia, carabinieri, polizia municipale e guardia di finanza; poi ancora una tavola rotonda sugli abusanti, sulla violenza domestica tra gli immigrati e un focus sui minori; infine le esperienze sul campo e i casi clinici.
Tra le relazioni più particolari, ma fortemente volute, quella affidata a Michele Visentin, preside di un'istituto padovano salesiano. «Abbiamo invitato un preside – spiega il presidente Leoni – perché la scuola è formativa nei confronti di un approccio mediatico alla sessualità e alla violenza che trasmette un messaggio distorto. Anche a causa di questo messaggio si sviluppano atteggiamenti che poi possono essere patologici. La scuola è il luogo per l'educazione e il contrasto del potenziale abusante».
Due, poi, i momenti particolari di testimonianza che saranno ritagliati nelle mattinate di venerdì e sabato: il racconto di una storia a lieto fine, grazie al coraggio e alla determinazione di una ragazzina, Angela, in una particolare performance dell'attrice Ariela Maggi, e Donne in/difesa con la partecipazione di Paola Brolati.

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO Venezia

Basterà solo qualche minuto per compilarlo. La Commissione Pari Opportunità dell'OMCeO veneziano ha elaborato un semplice questionario che vuole essere una delle tappe di formazione per riuscire ad affrontare il problema della violenza intrafamigliare e di genere. Rispondere alle poche domande è un piccolo sforzo che dà inizio a un percorso di scopo: avere strumenti concreti di salvaguardia della salute psicofisica delle vittime, di solito bambini e donne, che come gli aggressori sono nostre/i pazienti.I risultati saranno presentati nel corso del convegno nella giornata di sabato 15 ottobre.

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Segreteria OMCeO Ve
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