Carne e latte crudi: le infezioni e i super batteri corrono dagli animali all'uomo

Lavarsi sempre bene le mani sotto l'acqua scrosciante quando si ha a che fare con il cibo, sia esso di origine animale o vegetale. E lavare bene anche il cibo, le verdure, ad esempio. Così, con un gesto semplice, quasi banale, si possono evitare parecchi contagi. Questo il consiglio pratico più utile arrivato giovedì 27 ottobre durante la serata dedicata alle Malattie trasmissibili da alimenti di origine animale all'uomo, che Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e Ordine dei Veterinari insieme hanno organizzato nella sede dell'OMCeO veneziano.
«Una serata – ha spiegato il presidente Giovanni Leoni – che segue quella di maggio e che rafforza questa unione per patologie di interesse comune, questa sinergia di ordini che sono confratelli». Una sinergia fondamentale, come è stato sottolineato più volte durante la serata, per trovare percorsi comuni di azione.
«Il mondo in cui viviamo – ha aggiunto Sandro Zucchetta, presidente dell'Ordine dei Veterinari – è cambiato parecchio nel clima, negli ambienti sociali, negli scambi commerciali, nella facilità degli spostamenti urbani e anche nella sanità. Non si può più lavorare a compartimenti stagni. Ci troviamo al centro di un triangolo tra uomo, animale e ambiente che sollecita e stimola un dibattito che coinvolge l'intero mondo scientifico: servono collaborazione, comunicazione e cooperazione».

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Tante le infezioni di cui si è parlato durante l'incontro – l'echinococcosi, la cisticercosi, la toxoplasmosi, le salmonelle, il campylobacter – studiandone i contesti, analizzandone i sintomi e declinando le terapie per curarle. Sfatando, poi, anche qualche mito: la toxoplasmosi, ad esempio, pur avendo nel gatto uno dei suoi veicoli prioritari con il felino centra davvero poco. Più facile prenderla dalle verdure lavate male.

«Le malattie parassitarie – ha spiegato Rudi Cassini, parassitologo del dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute dell'Università di Padova – spesso non sono malattie emergenti, cioè nuove o di cui aumenta all'improvviso l'incidenza. Sono malattie sommerse, che sembrano non esserci, ma sotto sotto invece ci sono e ogni tanto vengono a galla. I veterinari queste due malattie, l'echinococcosi e la cisticercosi, spesso le vedono al macello».
E per argomentare l'affermazione illustra alcuni studi fatti nei macelli del Veneto che chiariscono come effettivamente, seppur con una prevalenza molto bassa, i parassiti siano presenti nei bovini, che li prendono qui sul territorio.
L'echinococcosi, ad esempio, è una malattia molto diffusa in Occidente, molto anche in Italia, ed è una patologia importante perché nell'uomo può essere molto grave, portando alla mortalità, e ha costi considerevoli di cura, qualche migliaio di euro per un singolo caso da trattare.

Una rivalutazione del ruolo del gatto nella trasmissione della toxoplasmosi e tanti consigli pratici per trattare il cibo sono arrivati subito dopo da Mario Pietrobelli, direttore dello stesso dipartimento dell'ateneo patavino.
«La toxoplasmosi è un pericolo – ha detto – se la donna la contrae durante la gravidanza. Ma non è solo il gatto a cui deve stare attenta. Ci sono anche i salumi, le verdure, le costine d'agnello. La diffusione è amplissima: si va dai suidi, maiali e cinghiali, ai mammiferi marini, ai molluschi bivalvi, cozze e molluschi, se mangiati crudi».
La soglia di attenzione, insomma, si deve alzare a tavola, mangiando una grigliata, se la carne non è perfettamente cotta, o bevendo un bicchiere di latte crudo, quello dei distributori per capirsi, o di capra non pastorizzato. «Prendere la toxoplasmosi dal gatto – ha proseguito il direttore Pietrobelli – è difficilissimo. Se si svuota la cassettina ogni giorno usando dei guanti e se si assumono le normali precauzioni igieniche quando si tratta con l'animale, non ci sono problemi. Più facile prendendola mangiando verdure crude e mal lavate, soprattutto quelle di quarta gama in cui stanno trovando di tutto». Pericoloso, infine, anche il giardinaggio, se si smuove la terra dove il gatto ha defecato.

Dopo aver analizzato nel dettaglio l'approccio medico con cui ci si avvicina a queste infezioni – quali siano i sintomi, come fare la diagnosti, come evitare i fattori di rischio, quali le profilassi, ad esempio, per le gestanti e le terapie più comuni – Stefano Grandesso, microbiologo e dirigente sanitario per la Diagnostica batteriologica e micologica dell'Ulss 12 Veneziana, si è concentrato, invece, sui problemi legati alle salmonelle e al campylobacter, con una particolare attenzione alle ormai altissime resistenze batteriche agli antibiotici.
«Siamo quasi arrivati all'era – ha sottolineato – dei batteri non più trattabili. L'Italia, dati 2010 – 2012, è il secondo consumatore in Europa di antibiotici a livello umano, il primo a livello animale. Siamo in una situazione di grave allarme: ci rimaneva solo la colistina ora è arrivata l'escherichia coli resistente anche alla colistina».
Quando si beve il latte crudo o si mangia la fettina di carne, però, si mangia anche l'antibiotico. L'abuso da parte dei veterinari per mantenere l'animale sano, in vita più a lungo o renderlo più produttivo, è una delle cause della resistenza batterica anche a livello umano. «Ma andando avanti così – ha concluso il dottor Grandesso – quanto resisteremo? Ecco allora la necessità delle collaborazioni, delle sinergie tra medici e veterinari per cercare di preservarci».

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO Venezia

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