L'allarme del presidente Leoni: «Sciopero di Ospedale e Territorio: all'orizzonte la tempesta imperfetta»

Eccessiva: così ieri il direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben ha definito sulla stampa la protesta dei medici di famiglia. Parole che il governatore del Veneto Luca Zaia ha commentato auspicando il ritorno al dialogo e una road map "per mettere nero su bianco tutto ciò che può risolvere la vicenda", per far finire lo scontro. Sul tema è netta la posizione del presidente dell'OMCeO veneziano, nonché segretario di CIMO Veneto, Giovanni Leoni che, intervistato oggi, giovedì 23 novembre, dallo stesso quotidiano La Nuova Venezia, sottolinea come all'orizzonte si profili una protesta anche dei medici ospedalieri. Queste le sue parole: 

«Auspico, - dice Giovanni Leoni - sia come presidente di Ordine che come Segretario CIMO Veneto, che la ragione abbia il sopravvento sulle divisioni regionali e nazionali. Lo sciopero della medicina del territorio del Veneto si somma in questi giorni allo stato di agitazione dei medici ospedalieri che si sta concretizzando contemporaneamente con assemblee in tutti gli ospedali e la programmazione a breve di uno sciopero nazionale
Non si pensi poi che a livello regionale solo il Veneto sia in lotta perché anche in Puglia, Campania e Sicilia la situazione è critica per definanziamento della sanità locale, violenza sui medici ed infermieri, mancata sicurezza degli operatori e blocco del turnover.
In una fine legislatura in cui in Parlamento si pensa solo alle alleanze per le prossime elezioni si profila all'orizzonte la Tempesta Imperfetta con lo sciopero contemporaneo di Ospedale e Territorio causato da un sistematico abbandono di una seria politica sanitaria da chi ne ha la responsabilità per le condizioni di lavoro del personale.
I miglioramenti strutturali e tecnologici del Veneto con punte di indiscussa eccellenza sono sicuramente apprezzabili ed inoltre fanno girare l'economia, ma la sanità è soprattutto un problema di rapporto fra persone, e chi sceglie questo mestiere deve essere protetto e messo nelle condizioni migliori per lavorare.
Come da lettera aperta allegata della Intersindacale Ospedaliera Nazionale pubblicata oggi se il Sistema Sanitario Nazionale ancora regge, dopo avere perso 9.000 medici e dirigenti sanitari nell’ultimo triennio, è grazie a chi è rimasto in corsia e nei servizi. Nonostante la scure dei tagli lineari sugli organici, sulle strutture semplici e complesse, sui fondi, sui posti letto. Nonostante ritmi e turni di lavoro con mancato rispetto delle pause e dei riposi, milioni di ore lavorate non retribuite e non recuperabili, ferie non godute, innalzamento dell’età media dei medici al vertice mondiale, lavoro notturno oltre i 65 anni. Nonostante l’abuso di contratti atipici e la dilagante precarizzazione del lavoro, che rende una intera generazione terreno di coltura per caporali pubblici e privati, unica alternativa alla fuga dal Paese, non a caso sestuplicata negli ultimi 5 anni.
Il clima ospedaliero, la turnistica quotidiana, i diritti dei lavoratori (ed anche i medici lo sono a tutti gli effetti), nonché - permettetemi - l'etica medica intesa in tal caso come "rapporti fra colleghi" mi fanno apparire decisamente misteriosa la normativa che la Regione Veneto intende applicare per l'eventuale spostamento di medici fra ospedale e territorio.
I cittadini  facciano un semplice ragionamento: solo un profondo malessere che sconfina nell'esasperazione di chi non è ascoltato da anni può causare una manifestazione unitaria e contemporanea di tutti i medici, medici che non parlano di soldi per se stessi, ma delle loro condizioni di lavoro, dell'organizzazione di cui fanno parte, del loro stato fisico per curare i loro pazienti, pazienti a cui hanno dedicato una vita di studio e lavoro». 

In allegato il pdf dell'articolo de La Nuova Venezia

In allegato anche il pdf di un articolo con un'intervista al presidente Leoni pubblicato oggi su Il Gazzettino sul tema del punto nascite di Portogruaro

 

Segreteria OMCeO Ve
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