Up to date: adenocarcinoma pancreatico - La diagnostica e la terapia multidisciplinare

Venerdì, Settembre 28, 2018
Sala degli Angeli - Opsdale SS. Giovanni e Paolo - Scuola Grande di S. Marco
L’adenocarcinoma del pancreas rappresenta una delle sfide più importanti nella terapia dei tumori solidi. I dati epidemiologici ne denunciano il costante aumento, che lo porterà ad essere la seconda causa di morte per neoplasia solida entro il 2030. A fronte di questo scoraggiante scenario, si profilano alcuni segnali positivi: le tecniche diagnostiche sempre più sofisticate ci permettono di evidenziare eventuali lesioni in stadio più precoce, con buona caratterizzazione morfologica, riducendo così il numero delle laparotomie/scopie esplorative. Le terapie oncologiche sembrano essere pronte per un balzo in avanti nella loro efficacia; la terapia chirurgica, un tempo gravata da un tasso di mortalità proibitivo, è ora sicuramente più efficace anche se pur sempre “pericolosa”. Questo ci permette di affrontare il “nemico” con più consapevolezza, ottenendo risultati migliori in termini di mortalità postoperatoria e di sopravvivenza a lungo termine. In questo scenario fanno la differenza le mutate strategie terapeutiche, frutto della sempre maggior integrazione attuata in un ambito multidisciplinare dai vari “cultori della materia”. Non mancano gli spunti di chirurgia mini invasiva grazie all’affermarsi, per alcuni casi selezionati, della laparoscopia e della robotica. Queste tecniche permettono, anche se solo in parte, di “minimizzare” l’insulto gesto chirurgico. Si presti attenzione tuttavia all’interpretazione del termine “minimizzare” che di fatto non implica una semplificazione o una maggior sicurezza del gesto chirurgico poiché nella chirurgia di quest’organo questi elementi non esistono. Infine, a causa della tardività della diagnosi, spesso il problema non è di potenziale guarigione, ma di qualità di vita a fronte di un tumore inoperabile o solo potenzialmente operabile, La necessità quindi di parlare di terapie palliative, chirurgiche e non, che purtroppo saranno comunque frequentemente necessarie. Di tutto questo parleremo a Venezia, in un ambiente ricco di storia, ma all’insegna di una costante innovazione. Tutto questo condiviso con l’amico Claudio Bassi, su cui non occorre spendere parole se non per esprimere la stima e l’affetto che ci lega. Vi aspettiamo con vivo piacere. Roberto Merenda
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Segreteria OMCeO Ve
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