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Data di inserimento: Lunedì, 05/11/18 - Segreteria OMCeO Ve
«Vogliamo essere i medici della gente, non dello Stato»: una posizione lapidaria quella assunta dal presidente Filippo Anelli all’incontro del Comitato Centrale della FNOMCeO con i rappresentanti degli Ordini del Veneto, avvenuto venerdì scorso, 2 novembre 2018, nella sede mestrina dell’OMCeO veneziano, fortemente voluto e organizzato dal presidente Giovanni Leoni e dal numero uno della CAO veneziana Giuliano Nicolin.
«La nostra – ha sottolineato Anelli – è una presenza di servizio: siamo qui per parlare con voi, per ascoltare i vostri problemi, la cose che viviamo ogni giorno. Abbiamo avviato gli Stati Generali della professione: saranno il punto di partenza di una grande riflessione che vogliamo fare». Un confronto serrato e un dialogo costruttivo, quello tra i vertici della Federazione nazionale e i designati locali, durato più di tre ore: sul piatto piccole e grandi criticità che Ordini e professionisti si ritrovano ad affrontare quotidianamente sul territorio. Schierati davanti ai partecipanti, oltre ad Anelli e al suo vice Leoni, anche il presidente della CAO nazionale Raffaele Iandolo, il segretario della FNOMCeO Roberto Monaco, il tesoriere Gianluigi D’Agostino e il direttore generale Enrico De Pascale.
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Tantissimi i temi, ormai all’ordine del giorno anche sulla stampa, toccati dal dottor Anelli durante la sua relazione iniziale. «Il medico – ha spiegato – vive una crisi. Chi siamo oggi? Può ancora il medico essere un punto di riferimento per la società? Come? La società si è evoluta e la professione si è dovuta in qualche modo “spacchettare” perché sono aumentate non solo le branche della professione, ma anche le professioni sanitarie. Questo da tanti di noi è vissuto in modo negativo, ma è un cambiamento che dobbiamo comprendere».
Una perdita di prestigio, quella che vivono medici e odontoiatri, molto simile a quella subita da altre categorie: i professori, ad esempio, o gli avvocati. «Le professioni – ha detto Anelli – sono oggetto di un attacco quasi di carattere ideologico». Una situazione che ha cause e conseguenze importanti:
- le richieste dei cittadini sempre maggiori e sempre più impellenti;
- gli interventi dello Stato, che spesso hanno mirato a ridurre l’autonomia della categoria e che rischiano di incrinare il rapporto con i pazienti, come nel caso, ad esempio, dei farmaci che possono essere prescritti solo da alcuni specialisti;
- l’appropriatezza e le linee guida, che trasformano la professione in un’abilità tecnica;
- la leva economicistica che ha inciso nettamente e profondamente sul lavoro di medici e odontoiatri;
- la carenza ormai cronica del personale;
- le aggressioni al personale sanitario.
Due i focus su cui si è concentrata l’attenzione del presidente della FNOMCeO: la formazione e le disuguaglianze di salute. «Le borse per le specialità – ha spiegato – sono insufficienti. Ogni anno ne perdiamo circa mille. Quest’anno siamo riusciti a raddoppiarle, ma i risultati di questi provvedimenti li vedremo solo tra 5 anni. Intanto, però, mi chiamano genitori disperati perché i figli dopo 3, 4, 5 tentativi non riescono ad accedere alle specializzazioni. C’è una crudeltà dello Stato nei confronti di questi ragazzi. Chi comincia deve sapere in quanti anni finirà il proprio percorso di studi». Il problema vero, insomma, non è numero chiuso sì o no a medicina: «toglierlo, però, significa illudere i ragazzi. I posti si possono anche aumentare, ma soprattutto si devono aumentare le borse di specializzazione».
Tutti i cittadini sono uguali davanti alla salute è il concetto-guida su cui si è fondato il Servizio Sanitario Nazionale che quest’anno compie 40 anni. «Prima – ha sottolineato Anelli – chi aveva più soldi aveva la mutua più alta e quindi migliori prestazioni. La 833 ha detto, invece: i cittadini hanno tutti lo stesso diritto di salute. Oggi, però, vediamo che ci sono disparità non solo tra regioni diverse, ma spesso anche tra città e periferia, tra chi ha livelli di istruzione più alti e più bassi, tra i poveri, che hanno più malattie croniche, e i ricchi, tra il nord e il sud, dove le aspettative di vita calano di 3-4 anni. Le disuguaglianze vanno affrontate e vanno trovate soluzioni».
Proprio per affrontare questa e tutte le altre criticità, dunque, la FNOMCeO ha annunciato gli Stati Generali che prenderanno corpo il prossimo anno. Nel suo intervento il presidente Anelli ha spiegato anche il senso degli incontri che la Federazione sta facendo con gli Ordini provinciali e i soldi stanziati per loro, 3 milioni di euro, i provvedimenti sulla trasparenza, la soppressione della banca dati EBSCO, troppo onerosa da sostenere per lo scarso numero di accessi, le novità legate ai crediti ECM, lo stato di fatto sul commissariamento dell’Ordine di Catania. Quindi ha annunciato la festa per i 40 anni del SSN in programma a Roma il prossimo 15 novembre.
Riscoprire il ruolo del medico e il suo rapporto con il paziente, la via da seguire, secondo Filippo Anelli, per trovare qualche risposta. «Non è lo Stato – ha concluso – che tutela il diritto alla salute del cittadino, siamo noi. Noi, dunque, non siamo i medici dello Stato, ma i medici del cittadino. Perché è a noi che il cittadino chiede, anche in termini di responsabilità: cosa stai facendo tu per me oggi? È un cambio culturale netto e notevole».
Le cliniche low cost, il regolamento sulla pubblicità e sull’informazione sanitaria e l’accesso alla formazione universitaria tra le priorità, invece, della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, come ha spiegato all’incontro il presidente Raffaele Iandolo, che ha sottolineato anche come tutta la professione oggi parli con una voce unica, componente ordinistica, associazioni, ENPAM, mondo universitario. «Le catene low cost oggi in Italia – ha aggiunto – costituiscono un pericolo importante non tanto per i dentisti quanto per i pazienti, che si trovano indifesi di fronte a strutture che si approfittano di loro sia sotto il punto di vista clinico e diagnostico, sia sotto quello economico-finanziario. Pazienti che poi, spesso, vengono abbandonati».
Due le proposte sulla pubblicità e sull’informazione sanitaria avanzate da tempo dal mondo dell’odontoiatria: un emendamento alla normativa vigente che ripristini un controllo preventivo degli Ordini sui messaggi pubblicitari, anche nelle nuove forme via web e social, e un metodo per individuare direttamente il direttore sanitario di una struttura complessa, con l’obbligo di iscrizione nella Provincia in cui opera e con la formazione di un Albo nazionale dei direttori sanitari.
«Ultima questione – ha spiegato poi – su cui abbiamo fissato la nostra attenzione è quella delle lauree comunitarie ed extracomunitarie e sui meccanismi di riconoscimento. Una cosa che sembra ovvia: le lauree italiane devono essere rilasciate in Italia. Beh, non è tanto ovvio: ci sono lauree italiane che, pur attraverso docenti italiani nei confronti di studenti italiani in lingua italiana, vengono rilasciate in territorio extracomunitario. Il reale fabbisogno di odontoiatri sul territorio e i posti da dedicare alla formazione vanno calcolati al netto di tutta questa serie di fattori».
Pericolosissimo, infine, secondo Raffaele Iandolo, assoggettare la scienza alla politica: tutto ciò che riguarda la scienza deve essere affidato agli scienziati ed è la politica che deve ascoltare il parere degli uomini di scienza, dai vaccini alla formazione professionale.
Tantissimi anche i temi portati all’attenzione della FNOMCeO dai presidenti e segretari degli Ordini veneti e dai presidenti delle CAO: dall’invadenza del dr. Google all’introduzione della robotica e dell’intelligenza artificiale, dalla revisione del Codice deontologico ai rischi della quota 100, dall’adattamento del lavoro alle esigenze delle donne, sempre più numerose nella categoria, alla formazione con i corsi a distanza, da potenziare, e gli ECM – «sistema pensato per premiare i virtuosi, non tanto per punire», ha sottolineato qualcuno – dagli scarsi investimenti sul territorio alla depenalizzazione dell’atto medico, dal massacro della libera professione allo scarso senso di appartenenza degli stessi medici e dentisti alla loro categoria.
Tre, però, su tutti hanno sollevato dubbi e preoccupazioni nei partecipanti:
- l’idea che gli Stati Generali possano trasformarsi in una sorta di gigante lamentazione della categoria. «Facciamoli partire dal basso – hanno chiesto in tanti – sia un’occasione vera di riflessione e confronto, non un enorme piagnisteo o un tentativo di inutile rivendicazione»;
- la sordità e l’arroganza della politica alle istanze della categoria che in Veneto si è manifestata negli ultimi mesi soprattutto su due fronti: la legge sull’autonomia del Veneto, che riguarda anche la sanità e che rischia di frantumare il Servizio Sanitario Nazionale, e il nuovo piano sociosanitario veneto, su cui medici e odontoiatri non hanno potuto far sentire la loro voce. «Siamo stati attori passivi» hanno detto in tanti;
- la carenza del personale, legata anche a colleghi demotivati che abbandonano le specialità e a un rapporto sempre difficile con la componente universitaria.
Per tutti, però, alcune cose sono chiare. La prima: non si può più fare il medico come si faceva una volta, un cambiamento profondo è in atto e va accettato. La seconda:medici e odontoiatri devono essere credibili, quindi critici verso chi non esercita la professione in modo corretto.
«Noi – ha concluso Filippo Anelli dichiarandosi molto soddisfatto dell’incontro – non abbiamo alcuna intenzione di mollare: siamo convinti di avere un bagaglio socioculturale tale da essere ancora indispensabili per la società. Dobbiamo solo trovare strumenti nuovi».
Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Provincia di Venezia
Si ringraziano per gli interventi:
- Francesco Noce, presidente OMCeO Rovigo
- Ornella Mancin, consigliera OMCeO Venezia
- Carlo Rugiu, presidente OMCeO Verona
- Umberto Rossa, presidente OMCeO Belluno
- Gabriele Gasparini, consigliere OMCeO Venezia
- Luca Barbacane, segretario OMCeO Venezia
- Michele Valente, presidente OMCeO Vicenza
- Eleonora Benetti, segretario OMCeO Vicenza
- Luigino Guarini, presidente OMCeO Treviso
- Emilio Ramazzina, vicepresidente OMCeO Rovigo
- Michele Saggin, presidente CAO Vicenza
- Massimo De Fiore, segretario OMCeO Rovigo
- Maurizio Scassola, vicepresidente OMCeO Venezia
- Brunello Gorini, vicepresidente OMCeO Treviso
- Alessandra Cecchetto, consigliera OMCeO Venezia
- Federico Zanetti, consigliere CAO Vicenza
- Cristina Mazzarolo, consigliera OMCeO Venezia
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