Giuliano Nicolin confermato all’Assemblea Nazionale ENPAM

Congratulazioni vivissime, personali del presidente dell’OMCeO Venezia e vice FNOMCeO Giovanni Leoni e di tutto il Direttivo, e auguri di buon lavoro al presidente della CAO lagunare Giuliano Nicolin, eletto all’Assemblea Nazionale dell’ENPAM, l’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri che ha rinnovato domenica 17 maggio i propri organi di rappresentanza, l’Assemblea Nazionale, appunto, e i rappresentanti nazionali dei Comitati consultivi.
A causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, il voto si è svolto per via esclusivamente telematica, per la prima volta nella storia dell’istituto, e ha fatto registrare un grande successo di affluenza: secondo quanto comunicato dall’ENPAM, la partecipazione è di fatto triplicata rispetto a 5 anni fa.
Inizia così, dunque, un nuovo quinquennio di impegno sul fronte previdenziale e assistenziale per il dottor Nicolin, eletto nella categoria “Liberi professionisti – Quota B” con la lista “Per il welfare dei liberi professionisti” che ha fatto il pieno di voti, 8.307, doppiando di fatto le altre due liste concorrenti.

Soddisfatto dottor Nicolin?
«Sì, sono molto soddisfatto. Ho fatto parte dell’Assemblea Nazionale già nel quinquennio appena concluso, quindi questa è una riconferma. Mi fa molto piacere perché significa, evidentemente, che qualcosa di buono l’ho fatto. Sono soddisfatto anche perché l’affermazione della lista è stata forte, importante: anche questo è un buon segno, una lista che si è ben comportata e che ha ottenuto riconoscimento da parte dei colleghi. La soddisfazione è assoluta, certo, ma ora spaventa un po’ l’impegno».

In che senso?
«Queste elezioni sono state molto combattute, c’è stata molta discussione sui social e talvolta predisposizione anche violenta. Io mi sono molto impegnato perché mi sono accorto che spesso gli attacchi erano gratuiti, privi di consapevolezza… Ho cercato di dare risposte concrete soprattutto a chi parlava senza sapere cosa stesse dicendo. C’è stato pressapochismo, si è spesso sparato nel mucchio. Magari non è molto quello che siamo riusciti a ottenere, ma io so che il lavoro c’è stato ed è stato importante. Ora è su questa strada che bisogna avanzare».

Come giudica il successo di partecipazione che il voto telematico ha portato?
«Il voto telematico ha di sicuro favorito l’affluenza, ma io non sono tra quelli che celebrano questo come un successo. Penso sia ancora davvero troppo basso il numero di chi partecipa a queste elezioni: in tutto, schede bianche comprese, hanno votato 49.605 iscritti. Certo, molti di più, quasi il triplo, dei quasi 18mila di 5 anni fa, ma quanti sono i medici e gli odontoiatri iscritti all’ENPAM? Nel 2018 erano 366.084 quelli attivi e 116.198 i pensionati, più di 482mila persone… Non so quanti di questi abbiano diritto di voto, ma pare abbia partecipato circa il 15%. E allora tutti gli altri colleghi dov’erano?».

La partecipazione, insomma, non è, secondo lei, ancora all’altezza...
«No, certo che no. Partiamo poi dal presupposto che prima del voto ci sono state tante persone che hanno fatto petizioni e liste per andare contro agli attuali vertici e contro chi si ripresentava per una conferma. Dove sono queste persone? In tanti si lamentano, spesso anche insultano, ma poi non votano… Questa volta c’erano anche liste in aperta antitesi agli attuali organi direttivi e allora perché non andare a votare per il cambiamento? Se pensiamo poi ai tantissimi colleghi che chiedono i sussidi, a tutti quelli che si lamentano e protestano, mi chiedo: al momento del voto dove sono? Nella gioia di questa elezione resta questa amarezza: essere a rappresentare una parte davvero piccola della categoria. Io credo che in questo momento non si debba urlare o insultare, ma proporre qualcosa di diverso e di costruttivo».

Archiviata l’amarezza, si riparte comunque con slancio. Quali sono le istanze più urgenti che porterà avanti in questo mandato?
«Beh, la prima è che la rappresentanza odontoiatrica debba incidere di più perché al momento ci sono interventi, soprattutto in campo assistenziale, che sono squilibrati tra i colleghi della dipendenza e della convenzione rispetto ai liberi professionisti. La quota B, poi, è il tesoretto maggiore del capitale che si sta accumulando all’ENPAM, quindi dovrebbe essere riconosciuta una rappresentanza ancora più forte, adeguata. C’è ma va potenziata. Mi sono impegnato, infine, a rappresentare alcuni colleghi liberi professionisti, non solo odontoiatri, che non hanno la possibilità di esprimere un loro candidato e di avere un loro rappresentante, perché sono troppo pochi. Penso, ad esempio, ai medici legali. Sarò per loro un tramite per portare all’attenzione dell’ENPAM e dell’Assemblea anche le loro richieste».

E l’ENPAM come dovrà cambiare?
«Stiamo vivendo un momento del tutto particolare: ora l’emergenza è sostenere i colleghi economicamente. Quello che c’è da fare – ed è un lavoro che ENPAM porta avanti da tempo – è a livello politico per svincolare l’istituto e renderlo davvero autonomo, non solo sulla carta come è oggi. Ex ente di diritto pubblico, dal ‘94 l’ENPAM è una fondazione privata, soggetta però a imposizioni statali. Non può, dunque, giocare secondo le proprie regole. Questo deve cambiare: sarà difficile perché versiamo allo Stato 180 milioni di euro all’anno di tasse e imposte, ma questa, secondo me, è la battaglia che dobbiamo veramente fare per sopravvivere, per avere un futuro».

Giuliano Nicolin, presidente CAO Venezia
Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Provincia di Venezia

Segreteria OMCeO Ve
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