La lezione morale del lockdown. Leoni su QS

In data 24 settembre 2020, nello spazio delle Lettere al direttore la rivista on line di settore Quotidiano Sanità pubblica l'editoriale che il presidente dell'OMCeO veneziano e vice FNOMCeO Giovanni Leoni ha scritto per il primo numero del Notiziario OMCeO 2020. Il testo può essere letto anche a questo link diretto: http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=88201

Gentile Direttore,
nel 2020 eravamo partiti bene, Paolo Fox, l’astrologo, aveva previsto  “un anno di crescita addirittura vantaggioso per i viaggi e gli spostamenti”,   “tra gennaio e maggio avrete una bellissima situazione, “vedrete quanto è interessante questo oroscopo”  esiste il video …

Noi ci eravamo già impegnati in una attività convegnistica con molte iniziative per tutto l’anno  di cui vedete negli articoli dedicati solo l’inizio della serie a questo link.

Poi la situazione come sappiamo  è progressivamente precipitata. Il convegno dei primi di febbraio a Venezia con il Presidente Fnomceo  Filippo Anelli resta l’acuto della nostra produzione e precede di alcuni mesi l’approvazione di agosto  del Parlamento  della legge contro la violenza sugli operatori sanitari, un tema forse meno percepito al nord, ma di drammatica attualità al  centro-sud.

Una approvazione all’unanimità da parte di tutte le forze politiche, un tema priorità 1 su cui abbiamo lavorato dall’inizio di questo mandato a tutti i livelli a Roma, a Venezia a Bari, a Napoli, in Calabria, in Sicilia,  ovunque.

Ci sono stati incontri politici, articoli a stampa, convegni ed la produzione di un cortometraggio   - Notturno - che tratta anche un caso di violenza della nostra provincia.

ll tutto per smuovere le coscienze intorpidite, fataliste. Alla fine ci siamo riusciti a tutela dei colleghi più esposti, di quelli che  vengono picchiati nel Pronto Soccorso, delle dottoresse violentate nelle sedi isolate di guardia medica, degli equipaggi che sono oggetto delle bombe incendiarie contro le ambulanze del 118 . Ed è solo l’inizio di un percorso.

Poi i medici, descritti attraverso luoghi comuni comunque ricorrenti, alcuni  buoni solo a fare ricette ed altri che pensano solo ai soldi in nero della libera professione, nel momento del bisogno sono tornati importanti, sono stati considerati per quello che hanno scelto di fare da sempre, curare i malati.
In  oltre 170 sono morti sul campo continuando ad assistere  come potevano i loro pazienti senza adeguata protezione per loro stessi.

In tanti, in troppi, sono stati abbandonati, come i pompieri mandati dalle autorità con protezioni inutili a spegnere l’incendio delle centrale atomica di Chernobyl nel 1986,  sono tutti morti  poco tempo dopo fra atroci sofferenze a causa della radiazioni, si sono sacrificati per contenere un disastro maggiore. Loro non si sono rifiutati e non erano stupidi, sapevano quale sarebbe stato con tutta probabilità il loro destino.

E lo sapevano anche i medici che rischiavano  avvicinandosi a visitare soggetti con una nuova malattia infettiva, dagli aspetti sconosciuti, ma che aveva già causato migliaia di vittime in Cina.
Lo sapevano gli infermieri degli ospedali che stavano ore vicino a quei pazienti per tutte le loro necessità, anche quelle più intime, e ne sono morti oltre  40.

Esiste quindi una lezione morale di una classe di persone, degli Operatori Sanitari a tutti in livelli, ad un’altra classe di soggetti, i Politici, perché lo scopo della politica è il "Bene Comune".

Paolo VI  descrive la politica come "la più alta forma di carità, perché dovrebbe essere sempre orientata al miglioramento delle condizioni morali e materiali di un popolo, al servizio di tutta la società onesta. Nel suo esercizio, la politica, non dovrebbe essere condizionata da interessi particolari, o peggio ancora da brame di singoli individui, andando così a danneggiare la comunità”.

In passato ci sono stati molti politici che sono morti per un ideale, e di morte violenta.

Più di recente non ricordo esempi del genere ma certamente non lo auguro a nessuno,  mentre i medici si sono sempre sacrificati per un ideale, e lo hanno dimostrato anche in questi mesi, perché oltre quelli che hanno perso la vita ci sono i medici che si sono ammalati ma sono sopravvissuti.

Si possono fare tanti discorsi, ma davanti alla morte è giustificato solo il silenzio.

A noi che siamo rimasti il compito di non fare dimenticare la lezione morale dei nostri colleghi del territorio, dell’ospedale, i 12 odontoiatri più giovani e sani del loro pazienti che si sono infettati per contatto con i gas nebulizzati che hanno trasportato un virus particolarmente infettante e letale, con  cui le protezioni abituali si sono dimostrate inefficaci.

L’Italia, descritta all’inizio della Pandemia come la nazione “untore dell’Europa” ha saputo reagire a questo disastro ed è diventata un esempio davanti al mondo di come ci si comporta in un evento catastrofale come l’infezione da Covid19, un mondo che ha reagito in modo prima incredulo e poi scomposto con i risultati che ben conosciamo.
Un mondo in cui dobbiamo trovare delle strategie comuni su base scientifica, anche con enormi difficoltà , e non su base egoistica ed economica.

Il genere umano deve ritrovare nell’epoca della massima esaltazione dell’effimero e del  consumismo, le basi della convivenza e della solidarietà o è destinato scomparire  , come le civiltà del passato quando erano troppo deboli e corrotte.
Questa è la lezione che ci ha dato il Covid19, alcuni, non tutti, l’hanno capita, altri nel frattempo sono morti, speriamo che sia di insegnamento a quelli giusti, per noi vivi.

Giovanni Leoni, Presidente OMCeO Venezia

Segreteria OMCeO Ve
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