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Home › Segreteria OMCeO Ve › Violenza contro i sanitari: nuovi manifesti dell'Ulss 3 Serenissima ›Violenza contro i sanitari: nuovi manifesti dell'Ulss 3 Serenissima
Data di inserimento: Giovedì, 02/12/21 - Segreteria OMCeO Ve
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa dell'Ulss 3 Serenissima che, dopo gli incresciosi episodi di intimidazione e violenza avvenuti al PalaExpo nei giorni scorsi, annuncia una nuova campagna di sensibilizzazione contro la violenza fisica e verbale nei luoghi di salute.
Negli Ospedali e nelle strutture dell’Ulss 3 manifesti contro la violenza:
«Non va tollerata nelle piazze, tantomeno nei luoghi di cura e assistenza»
(01.12.21) Una nuova campagna contro la violenza verbale e fisica nei luoghi della salute: negli spazi aperti al pubblico delle strutture dell’Ulss 3 Serenissima vengono collocati in questi giorni i manifesti studiati ad hoc: «Sono il frutto di un lavoro svolto di concerto dentro l’Ulss 3 Serenissima – sottolinea il Direttore Generale Edgardo Contato – ed hanno l’obiettivo preciso di veicolare un messaggio di riflessione rivolto all’utenza. È necessario abbassare i toni: le polemiche e le contrapposizioni di questi mesi sono forse inevitabili nelle piazze, ma non devono entrare nelle strutture della sanità; tantomeno la violenza, verbale e fisica, che non dovrebbe avere spazio nemmeno nelle piazze, e a maggior ragione dev’essere bandita nei luoghi dove si assiste, si cura, si danno risposte di salute».
Con i manifesti collocati in tutti gli spazi, a partire dai Pronto Soccorso, l’Ulss 3 Serenissima rinnova l’appello all’indomani di alcuni episodi di intimidazione e di aggressione verbale e fisica avvenuti nei luoghi del contrasto alla pandemia: «Cerchiamo di far scaturire da quanto è successo – spiega la dottoressa Francesca Rossi, Direttrice delle Professioni sanitarie – una nuova sensibilità e una nuova attenzione, anche nei reparti, e anche nei luoghi più soggetti a momenti di tensione, quali i Pronto Soccorso: chi entra in un ambiente sanitario non deve dimenticare mai il rispetto reciproco; deve ricordare, ad esempio, che in un Pronto Soccorso ci sono persone che stanno male, alcuni anche molto male, e che ovunque ci sono persone che lavorano, e moltissimo, al servizio di chi sta male o ha bisogno di cure e di assistenza. E là dove c’è sofferenza e lavoro di cura non ci può essere violenza, nemmeno la violenza verbale, specie se perpetrata da persone che non sono portatrici di disagio ma assumono comunque atteggiamenti di insofferenza e di provocazione».
I manifesti distrubuiti negli Ospedali e nelle sedi distrettuali sono il risultato del lavoro svolto da un tavolo specifico, denominato “Prevenire gli atti di violenza”. A questo tavolo sono rappresentati tutti i livelli, e le figure di coordinamento lavorano insieme agli RLS, cioè ai “Responsabili dei lavoratori per la sicurezza”, e insieme all'équipe del Rischio clinico e alla Psicologia ospedaliera.
La prima direttrice percorsa è quella della formazione che viene offerta e sollecitata agli operatori, in stretta collaborazione con l'Ordine degli Infermieri: attraverso corsi specifici, realizzati da esperti di comunicazione e psicologia, si punta a dare loro gli strumenti per leggere più in profondità le situazioni di pericolo, e per prevenirle là dove possibile.
Il secondo livello è appunto quello della comunicazione verso gli utenti, che ha permesso di realizzare la campagna di infografica: «Ci rivolgiamo in questo modo ai cittadini utenti: solo con la loro collaborazione – conclude la dottoressa Rossi – i nostri operatori sanitari possono eventualmente farsi carico degli episodi estremi, purtroppo a volte inevitabili, inserendoli ed affrontandoli in un clima complessivo di rispetto e di collaborazione».
La prima direttrice percorsa è quella della formazione che viene offerta e sollecitata agli operatori, in stretta collaborazione con l'Ordine degli Infermieri: attraverso corsi specifici, realizzati da esperti di comunicazione e psicologia, si punta a dare loro gli strumenti per leggere più in profondità le situazioni di pericolo, e per prevenirle là dove possibile.
Il secondo livello è appunto quello della comunicazione verso gli utenti, che ha permesso di realizzare la campagna di infografica: «Ci rivolgiamo in questo modo ai cittadini utenti: solo con la loro collaborazione – conclude la dottoressa Rossi – i nostri operatori sanitari possono eventualmente farsi carico degli episodi estremi, purtroppo a volte inevitabili, inserendoli ed affrontandoli in un clima complessivo di rispetto e di collaborazione».
Segreteria OMCeO Ve
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