Avviare uno studio odontoiatrico: i consigli della Commissione Giovani

Aprire e gestire un ambulatorio odontoiatrico privato: quali sono i primi passi da fare? Come organizzarsi? Quali le norme indispensabili da conoscere? Quali criticità si dovranno affrontare? Tutte domande con cui si ritrova a confrontarsi un giovane dentista che voglia avviare la propria professione. Domande per cui è arrivata una prima risposta ieri sera, martedì 18 febbraio, nella sala Caterina Boscolo dell’OMCeO veneziano, grazie a una serata d’accoglienza, partecipatissima, organizzata dalla Commissione Giovani Medici e Odontoiatri dell’Ordine, guidata da Andrea Zornetta.
Risposte, poi, che sono state racchiuse in un nuovo documento – dopo il Vademecum di grande successo messo a punto dalla stessa commissione negli anni scorsi (clicca qui per leggere la presentazione) – consegnato ieri a tutti i presenti e già richiesto dalla Commissione Albo Odontoiatri nazionale, al lavoro sugli stessi temi.
Ad accogliere i partecipanti sono stati il presidente dell’Ordine e vice FNOMCeO Giovanni Leoni e il presidente della CAO lagunare Giuliano Nicolin, che hanno sottolineato il grande fermento e la competente attività di questo gruppo di lavoro e hanno augurato ai giovani colleghi presenti di riuscire a realizzare i loro sogni.
«Questo documento – ha spiegato il dottor Zornetta – nasce da un’esigenza generazionale: moltissimi medici nella provincia di Venezia hanno un’età pensionabile e, per ragioni di continuità, vorrebbero cedere lo studio a un giovane che abbia la voglia di portare avanti il loro progetto. Molto spesso, però, i giovani colleghi di fronte alle tante incombenze si scoraggiano. Per questo abbiamo pensato di creare un piccolo manuale, una guida che possa essere di aiuto a chi si accinge alla professione per potersi orientare».

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In allegato le slide sul nuovo documento che, per chi lo volesse, può essere richiesto inviando una mail a: segreteria@ordinemedicivenezia.it

La parola è poi passata ai componenti della commissione che, con i loro ritmi serrati, un linguaggio agile e snello, tanta chiarezza e tanta concretezza, hanno approfondito alcuni dei passaggi fondamentali per aprire o rilevare uno studio dentistico:

  • Luca Pellizzato si è soffermato sul ruolo del direttore sanitario nelle strutture private, sui suoi doveri deontologici, sulla domanda di autorizzazione sanitaria ex-novo e sui documenti necessari, sui principali obblighi in materia di sicurezza sul lavoro – «una legge che va applicata a tutti i lavoratori dello studio, compresi apprendisti e assistenti» ha sottolineato – e sul DVR, il documento di valutazione dei rischi, uno dei più importanti nello studio odontoiatrico, considerata attività ad alto rischio;
  • Sara Brouwers si è dedicata, invece, a un’ampia panoramica sulla sterilizzazione degli strumenti, indicando tutte le fasi della procedura (dalla detersione alla disinfezione all’asciugatura) con particolare attenzione ai test di controllo per le autoclavi, al sistema di controllo sulle vasche a ultrasuoni, a quello sulle sigillatrici e, infine, alla contaminazione della rete idrica/riunito. «La legionella, ad esempio – ha aggiunto – è un batterio molto diffuso. I sistemi migliori di trattamento biologico e batteriologico sono il biossido di cloro e l’osmosi inversa»;
  • Giulia Nardin ha analizzato il ruolo dell’assistente di studio odontoiatrico (ASO), figura professionale normata dall’aprile 2018, che richiede oggi un percorso di studi di un anno, con 700 ore divise tra teoria e tirocinio in ambulatorio. Tantissime le mansioni delegate a queste figure, «che vanno – ha detto – dalla gestione del paziente a quella della segreteria, alla prestazione clinica». Altro tema affrontato dalla dottoressa Nardin il trattamento dei rifiuti speciali: la classificazione, la gestione, la raccolta, il trasporto. «Rifiuti – ha aggiunto il dottor Zornetta – di cui siete responsabili finché l’azienda che li deve smaltire non vi riconsegna l’ultimo documento»;
  • a Giovanni Rizzo il compito di approfondire due aspetti fiscali importanti: la fatturazione elettronica, obbligatoria dal primo gennaio 2019, – «utile, ad esempio, per eliminare alcuni costi diretti, come carta e toner, ma anche perché permette di non perdere i dati, abbrevia i tempi di ricerca e consultazione e velocizza la gestione della contabilità» ha spiegato – e il trattamento dei dati sensibili, alla luce del GDPR, il nuovo regolamento europeo in vigore dal 2016, che prevede anche pesanti sanzioni;
  • Luca Donolato, infine, ha illustrato le norme sulla radioprotezione, il controllo sulle apparecchiature radiografiche, la presenza in studio dell’ossigeno e del defibrillatore – «non obbligatori, ma caldamente consigliati perché salvano in caso di emergenza» ha sottolineato – l’importanza di impianti elettrici e termoidraulici ben progettati e controllati di frequente, come pure le verifiche alle apparecchiature elettromedicali.

«Questo è un documento – ha concluso Andrea Zornetta – in continuo divenire perché il nostro lavoro cambia sempre. Ognuno di voi, però, può interpretare la propria realtà professionale e adattarvi questo strumento. Il testo, insomma, non è il Vangelo, non è oro colato: è un’impalcatura su cui costruire la propria realtà lavorativa».

Chiara Semenzato, giornalista OMCeO Provincia di Venezia

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