Sabato l'ultimo saluto all'ex procuratore Pavone

Sabato 21 marzo alle ore 10 la salma dell'ex procuratore Francesco Saverio Pavone, scomparso lunedì scorso dopo un lungo ricovero in Terapia Intensiva all'Ospedale dell'Angelo e già collaboratore dell'OMCeO Venezia, si muoverà dall'obitorio a Marghera dove verrà cremata. Come da restrizioni vigenti legate all'emergenza sanitaria per il coronavirus, potranno essere presenti solo la moglie Amelia e le figlie. Proprio la famiglia chiede, però, a tutti coloro che hanno conosciuto e apprezzato "il nostro Franco" una preghiera o un pensiero proprio in quel momento. Per chi ha affrontato un pezzo di strada con lui, resta ancora incredibile il pensiero che non sia più qui. 

Qui il ricordo della sua amica - allieva Cristina Mazzarolo, medico legale Ulss 3 Serenissima: https://www.ordinemedicivenezia.it/news/dalla-rete/coronavirus-%C3%A8-morto-lex-procuratore-francesco-saverio-pavone

Questo il ricordo di Ciro Dalicco, Guardia di Finanza:

Sono Ciro Dalicco 
Ho conosciuto il dottor Francesco Saverio PAVONE nel 1997 quando per una dolorosa indagine a carico di alcuni alti ufficiali infedeli della Guardia di Finanza, corpo al quale ho l’onore e l’orgoglio di appartenere, fummo chiamati in un ristretto gruppo di investigatori che lui personalmente chiese all’allora Comandante Generale, a fare pulizia al nostro interno. 
Da allora le nostre vite professionali ed umane non si sono mai più separate. 

Prima più di 4 anni di indagini serrate, arresti, processi e condanne. 
Poi finita quella dolorosissima parentesi, mi volle a suo fianco in Procura e poi per quasi altri 10 anni sono stato giornalmente al suo fianco a condividere successi, fatiche, sconfitte, amarezze e gioie. 
Del magistrato c’è poco da scoprire, unico, tutti sanno chi è stato, la sua tenacia, il suo acume, le sue capacità indiscusse e spesso invidiate, il rispetto degli avvocati ed anche il rispetto assoluto ed il timore dei suoi “clienti”, gli indagati. 

Voglio ricordare in questa sede solo un episodio, ma sarebbero tantissimi, quando nel primo decennio degli anni 2000 venne arrestato nuovamente un vecchio e noto ladro di opere d’arte di venezia per una delle tante indagini condotte dal dottore e questo indagato in stato di arresto entrando per l’interrogatorio e vedendo il dottor disse “””dottore lei mi ha cresciuto... è stato il primo che mi ha arrestato più di 20 anni fa... “”” e poi la confessione e la promessa (chissà se mantenuta) che avrebbe chiuso la sua carriera criminale. 

Era temutissimo come magistrato dai delinquenti ed apprezzato e rispettato smisuratamente dalla Polizia Giudiziaria, dai dirigenti ma sopratutto dagli operai, da noi “manovali delle indagini”, da chi era ogni giorno in prima linea, sul campo. 
Quante cene, quanti pranzi consumati insieme con chi le indagini le faceva in strada. 
Era una persona semplice ed amava le cose semplici. 
Come non ricordare tra le tante la mitica “congregazione della mortadella” che quasi ogni giorno scandiva il nostro e suo pranzo fatto per non perdere troppo tempo nel corridoio degli uffici di San Marco a base di panini che spesso pagava lui, per tutti i suoi ragazzi, ufficio e scorta. 
Era un momento di aggregazione importante per fare squadra come lui ben sapeva dove il duro magistrato lasciava spazio al grandissimo uomo. 

Come non ricordare i viaggi all’estero per le varie indagini dove il rispetto e l’ammirazione dei colleghi stranieri era talmente esplicita da metterlo in imbarazzo perché era sempre un uomo umile. 
Quante volte ancora ha accolto me e gli altri colleghi a casa sua alla Maddalena in Sardegna per trascorrere giornate memorabili dove le mie figlie trovavano lo Zio Franco e la Zia Amelia che organizzavano gite in barca indimenticabili. 
Poi finita la vicinanza fisica d’ufficio non ci siamo mai lasciati. Ricordo le telefonate, spesso ben oltre le 22, in cui dall’ufficio di Belluno o da casa sua mi chiedeva un file di una vecchia indagine o alcune delucidazioni tecniche o soluzioni per i suoi litigi con quel “benedetto computer” che non riusciva a tenere i suoi ritmi, ed a nulla serviva invitarlo a riposarsi un pochetto di più visto che era Procuratore Capo. 
Mi fermo perché la commozione è grande e perché sono troppi i bellissimi ricordi che mi legano a lui. 

Ho voluto scrivere queste poche righe su gentile e gradita richiesta di Cristina oggi 19 marzo festa del papà proprio perché per me il “dottore” è stato sempre un fratello maggiore ma anche un papà. 
È stato un grandissimo onore ed un privilegio essere a suo fianco per tanto tempo. 
Ovunque tu sia riposa in pace.

Segreteria OMCeO Ve
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